Esami universitari come funzionano

Come funzionano gli esami universitari

Come funzionano gli esami universitari: sessioni, voti, regole

Gli esami non finiscono mai” recita un celebre adagio. E questa cosa la sanno bene gli studenti che, di esami universitari, ne hanno parecchi da superare prima di poter arrivare alla tanto agognata laurea. Ma come funzionano gli esami universitari? Quali sono le caratteristiche di queste prove fondamentali per la carriera di tutti gli studenti italiani?

Cerchiamo di scoprire insieme le caratteristiche di quelle prove che rappresentano la spina dorsale dell’istruzione italiana e conducono lo studente, talvolta, a modificare del tutto quello che il modo di concepire lo studio. Il periodo esami universitari, o sessioni, è spesso vissuto, infatti, come momento brutto, stressante e difficile. Vediamo perché. 

Come funzionano gli esami universitari: le sessioni d’esame degli appelli

Innanzitutto, è bene specificare che, a differenza degli anni scolastici divisi in quadrimestri, l’università ha una caratterizzazione semestrale, durante la quale si alternano i corsi alla sessione universitaria d’esame.

Nello specifico, le sessioni esami universitari durante le quali è possibile sostenere gli esami sono 3 e possono essere sfruttate da tutti gli studenti, sia in corso che fuori corso. Ricordiamo che, in taluni casi, alcuni docenti attivano delle sessioni speciali al di fuori da queste 3 canoniche così da permettere agli studenti di avere più chance per superare le prove:

  • Sessione invernale (gennaio/febbraio)
  • Sessione estiva (giugno/luglio)
  • Sessione autunnale (settembre)

Ogni sessione d’esame prevede una serie di appelli, ossia date in cui è possibile sostenere un dato esame. Tendenzialmente, gli appelli per ogni sessione sono 3, tranne nel caso della sessione settembrina in cui c’è solo una chance.

In alcuni atenei e alcune facoltà non è possibile sostenere consecutivamente tutti gli appelli nel caso in cui l’interrogazione vada male ma si deve, per forza di cose, saltare un appello e riprepararsi.

Per evitare di arrivare impreparato e rischiare di dover ripartire da zero, ti consigliamo di giungere con una preparazione adeguata e portare a casa l’esame al primo colpo. Se non ti senti super sicuro e vuoi essere seguito da uno dei nostri professionisti fai subito click sul link di seguito e prenota la prima consulenza gratuita.

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Ogni studente può iscriversi alle sessioni d’esame dei corsi che ha seguito e sostenere l’esame università del o dei giorni previsti per i vari appelli. Le prove possono essere singole o multiple, orali o scritte, con verifiche intercorso.

Vediamo cosa si intende per prove intercorso.

A discrezione del titolare della cattedra, è possibile sostenere gli esami all’università in micro-esami progressivi. Questa modalità è scelta per favorire gli studenti che decidono di frequentare un determinato corso (ricordiamo che quasi mai c’è obbligo di frequenza).

Durante le lezioni, in giorni predeterminati, gli studenti frequentati potranno sostenere le cosiddette prove intercorso riguardanti il programma fino a quel momento affrontato durante le lezioni. Ogni prova viene valutata con la classica votazione da 0 a 30. Alla fine delle lezioni, la media voto delle prove intercorso darà origine al voto finale dell’esame.

Vediamo ora le altre modalità.  

Nella quasi totalità dei casi, la prova scritta viene effettuata prima di quella orale e il suo superamento è propedeutico all’accesso all’interrogazione. Alcuni docenti, comunque, qualora il risultato della prova scritta si avvicini alla sufficienza, permettono agli studenti di sostenere comunque la prova orale dando loro la possibilità di alzare il voto e aggiudicarsi l’esame.

Come funzionano gli esami universitari: il voto

I voti degli esami università vanno convenzionalmente dallo 0 al 30 e lode, dove lo 0 è una quota nominale quasi impossibile da totalizzare.

Ma vediamo nel dettaglio come superare gli esami universitari.

Tutti i voti al di sotto del 18, che rappresenta la sufficienza, sono da considerarsi non validi al superamento della prova e costringono lo studente a ripresentarsi agli appelli o sessioni successive per farsi nuovamente esaminare.

La bocciatura ha diverse sfaccettature e sono praticamente tutte a discrezione del titolare della cattedra universitaria. Può essere:

  • Verbalizzata
  • Non verbalizzata

Nel caso della verbalizzazione della bocciatura (oggi i famosi libretti universitari sono stati soppiantati da quelli elettronici) questa appare sulla propria pagina personale universitaria e convenzionalmente impedisce allo studente di sostenere nuovamente l’esame in occasione della sessione immediatamente successiva.

Nel caso della non verbalizzazione della bocciatura, di fatto, la facoltà e il registro informatico non hanno traccia dell’esito negativo della prova e permette allo studente di sostenere nuovamente l’esame anche all’appello successivo.

Come detto, i voti assegnabili ad una prova d’esame vanno dallo 0 al 30 e lode. Tranne che in occasione delle prove scritte dove le risposte date ai test a risposta multipla sono esaminati da lettori ottici e i cui risultati sono oggettivi, il voto che uno studente può conquistare in occasione delle prove orali è totalmente a discrezione dell’esaminatore.

Come detto in precedenza, il massimo raggiungibile è il 30 e lode. La lode non ha alcun valore per quanto concerne la media ponderata che va calcolata per sapere il voto di partenza della laurea. 

A cosa serve allora? E’ soltanto una soddisfazione personale? 

La risposta è no. Tendenzialmente, più il curriculum dello studente è infarcito di lodi, più la commissione d’esame che esaminerà lo studente durante l’appello di laurea, sarà predisposta a premiare il candidato con il 110 e lode (posto che il voto di partenza permetta di giungere al 110). Morale della favola? Tendi sempre al 30 e lode quando l’interrogazione ti permette realisticamente di raggiungerlo. Chiedi di farti fare una domanda in più, una verifica ulteriore; insomma, se sai che il 30 è assicurato osa per raggiungere il massimo. Una lode in più o in meno può fare davvero la differenza.  

Come funziona la media ponderata? Come viene calcolata?

Per approcciarsi alla giorno della discussione della tesi di laurea con relativa tranquillità è fondamentale sapere a quanto si può aspirare, evitando di restare, così delusi. 

Per farlo, è buona norma calcolare la media ponderata e poi il voto di partenza. Per calcolare la media ponderata si fa così:

Moltiplicare il voto di ogni esame per il numero di CFU ad esso associato (per sapere cosa sono i CFU ti invitiamo a leggere più in basso la sezione dedicata), addizionare ogni prodotto e dividerlo per il numero totale dei CFU conseguiti. Il risultato sarà la tua media ponderata. 

E il voto di partenza di laurea?

E’ molto semplice. Dovete prendere la vostra media ponderata, moltiplicarla per 110 (voto massimo di laurea) e poi dividere il prodotto per 30 (voto massimo ottenibile ad un esame). Il risultato sarà il vostro voto di partenza.

Soddisfatti? Ci auguriamo di sì. 

Ricordate, comunque, che a questo risultato possono essere aggiunti dai 3 ai 9 punti totali a discrezione della commissione.  

Funzionamento esami universitari: come si prenotano le sessioni

Fino a qualche anno fa, gli esami si prenotavano compilando a penna un semplice foglio di carta A4 e scrivendo nome, cognome e numero di matricola. Oggi, siamo distanti anni luce da questa modalità e ogni ateneo ha informatizzato la quasi totalità dei propri servizi, compreso quello di prenotazione esami. 

Ogni studente, infatti, all’atto dell’iscrizione presso la facoltà scelta, riceve le chiavi di accesso alla sua bacheca personale, attraverso la quale può effettuare tutte le operazioni previste tra le attività classiche: download dei bollettini per il pagamento delle tasse, controllo delle sedute d’esame, orari delle lezioni e, ovviamente, la prenotazione degli esami universitari. Addio carta e penna, oggi basta un computer o anche solo uno smartphone. 

E per quanto riguarda l’ordine di chiamata durante le prove orali?

Molte cattedre in giro per i vari atenei italiani adottano il criterio del momento della prenotazione per generare in automatico un elenco. In taluni casi, però, a prescindere dal momento in cui ci si prenota, l’ordine è generato dal sistema informatico e assume come criterio o il numero progressivo della matricola oppure l’ordine alfabetico dei cognomi. 

C’è da dire che quest’ultimo criterio è praticamente passato in disuso ovunque poiché definito penalizzante sia per chi verrebbe sempre interrogato per primo e per chi verrebbe, al contrario, esaminato sempre alla fine degli appelli. 

I crediti formativi (CFU) degli esami universitari

La maxi riforma universitaria attuata nel 1999 dall’allora ministro Ortensio Zecchino non ha portato in dote soltanto la divisione delle lauree da triennale a magistrale (il cosiddetto 3+2) ma anche introduzione dei crediti formativi universitari (CFU). 

In pratica, in base sia all’importanza della materia rispetto all’indirizzo di facoltà, sia lunghezza del programma didattico da studiare per affrontare l’esame, viene assegnato un numero di CFU che vanno dai 2 al 12. 

La scelta di introdurre i CFU deriva dalla volontà da parte del Governo che la promosse, di quantificare le ore di lavoro effettive di ogni studente così da premiarlo. Già, perché la scelta di affiancare i CFU all’esame ha anche lo scopo di valorizzare un voto eccellente conquistato in un esame difficile dando un boost percentile alla media ponderata. Facendo un calcolo matematico, infatti, un 30 e lode conquistato ad un esame da 12 CFU non ha assolutamente lo stesso impatto sulla media rispetto ad un 30 e lode conquistato ad un esame da 2. 

Ad onor del vero, questa introduzione non ha mai convinto l’ambiente accademico che, in diverse circostanze, si è espresso negativamente sulla riforma (anche in relazione all’introduzione del 3+2) ritendendola una forzatura e un’inutile complicazione della già difficile scalata alla laurea. 

Con questo articolo abbiamo voluto tracciare delle linee guida rispetto al mondo dell’università e alle sue dinamiche. Rispetto alla scuola, infatti, lo studente si trova catapultato in una realtà che è tecnicamente priva di guida. Sapersi gestire, capire le procedure e agire per tempo può fare la differenza. 

Ti ricordiamo, poi, che esiste in ogni ateneo uno sportello informativo al quale rivolgersi per le informazioni di base. Non esitare a consultarlo così quando hai bisogno di risposte immediate. 

Se anche tu sei alla ricerca di una guida che ti possa seguire durante la preparazione di un esame universitario, o cerchi una soluzione su come superare gli esami universitari, al di là della facoltà alla quale risulti immatricolato, dai uno sguardo al nostro percorso di preparazione esami universitari.


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